ToraTora, la prima startup italiana che organizza viaggi a sorpresa
Francesco Simeone ha una laurea in economia all’università Luiss di Roma e una grande passione per i viaggi. Insieme ad altri 2 soci è uno dei fondatori di ToraTora, una startup che organizza viaggi a sorpresa personalizzati per un’esperienza local in tutta Europa. In Italia ToraTora è la prima azienda ad occuparsi di questa attività.
Di cosa ti occupavi prima di M Accelerator?
Ho studiato Economia alla Luiss e in seguito ho lavorato per una Onlus. La mia più grande passione era tuttavia quella di fare imprenditoria e ho deciso di lanciarmi in questa nuova avventura. All’inizio non sapevo bene come e cosa fare, poi piano piano ci sono riuscito.
Mi è sempre piaciuto viaggiare, quindi volevo unire queste due cose, ovvero viaggiare e fare imprenditoria. Ho iniziato da solo. Ho cominciato a studiare il mercato. Inizialmente avevo un progetto con un altro ragazzo per offrire viaggi personalizzati che offrissero un’esperienza local. Per caso abbiamo scoperto M Accelerator tramite una pubblicità su Facebook. Ho scoperto anche che con il bando Torno Subito c’era una possibilità di finanziamento. Ho partecipato al bando, l’ho vinto e sono partito.
Ho fatto la prima fase a LA con M Accelerator e la seconda fase a Roma con Lazio Innova, un incubatore di startup. Piano piano abbiamo cambiato e sviluppato il progetto, abbiamo costituito il team, ci siamo allargati fino a quando ci siamo costituiti come startup innovativa. Adesso siamo incubati qui a Lazio Innova e siamo sul mercato.
Raccontaci com’è cambiato il vostro progetto
Durante il programma a LA c’era già qualcosa di cui non ero pienamente convinto. Ne ho parlato con Scott, uno dei mentors di M Accelerator. Il nostro progetto consisteva nel far vivere un’esperienza di viaggio da local, far vivere le città in una maniera differente, evitando i vari cliché da turista. Ci siamo guardati un pò intorno e abbiamo visto che AirBnb lo stava già facendo benissimo, così come anche altre grandi piattaforme. Il tutto ci sembrava quindi un pò complicato da mandare avanti. Inoltre servivano molte partnerships.
Poi per caso ho scoperto una startup spagnola che organizzava viaggi a sorpresa. Questa caratteristica mi ha subito colpito. Con Giuseppe, l’altro founder, abbiamo iniziato a fare delle ricerche. Abbiamo deciso così di lanciarci in questa nuova avventura. L’abbiamo sviluppata, portata avanti, creato partnerships, sia con piattaforme di voli che di hotel. Abbiamo anche cercato di inserire qualcosa del nostro precedente progetto. Una volta che l’utente scopre la sua destinazione a sorpresa ci occupiamo di fargli vivere la città in una maniera del tutto personalizzata, offrendogli una guida creata ad hoc. Abbiamo così creato ToraTora, una piattaforma che organizza viaggi a sorpresa in tutta Europa. In Italia siamo i primi.
Ci descrivi un pò come si è evoluto il team?
Siamo tre co-founder. Io mi occupo della parte gestionale, Giuseppe De Lauri del marketing, Tiziano Ciotti developer. Abbiamo inoltre una collaboratrice che si occupa dei social media, un grafico e partnership con 2 tour operator.
Recentemente c’è stato il lancio ufficiale della startup?
Il 29 settembre insieme a un’altra startup abbiamo fatto un evento di lancio, a Roma, sul rooftop di un hotel a Barberini. Da lì siamo partiti. Siamo arrivati con po’ di fatica online, il 29. È andato bene, c’era tanta gente, anche giornalisti.
C’è un episodio particolare che tu ricordi?
Il momento più emozionante ma allo stesso tempo più stressante è stato dal 28 al 29 quando dovevamo fare il lancio. Ci serviva un certificato https e ancora non ce lo davano, quindi non potevamo neanche collegare i metodi di pagamento. Fino alla fine siamo stati in bilico, siamo riusciti a mandare il sito online il giorno stesso, durante il lancio. Fino a un’ora prima eravamo ancora incerti. Fortunatamente alla fine è andato tutto bene. La notte prima siamo rimasti svegli per sistemare il sito.
Le tue giornate sono cambiate rispetto a prima?
È cambiato tutto. Iniziamo a lavorare la mattina e finiamo alle 20.00/21.00. Tuttavia quello che faccio mi piace molto, era quello che volevo fare nella mia vita. Sono stanco ma felice.
La piattaforma inizia a generare qualche cliente?
Si, per ora ci stiamo ponendo un obiettivo relativamente basso, ovvero di vendere nel primo trimestre 25/30 pacchetti. Siamo contenti. È comunque un buon inizio.
Ora dobbiamo sfruttare al massimo il periodo natalizio.
Perché hai scelto M Accelerator? In che ambito sentivi il bisogno di migliorare?
Avevo bisogno delle basi per creare questo tipo di business, una startup.
Los Angeles è la patria delle startup, non c’era occasione migliore. Non ci ho pensato due volte!
Quali sono le competenze tecniche che hai acquisito grazie al corso?
Come trasformare un’idea in un business, centrare le MVP, come strutturare un business plan. Anche il non innamorarsi dell’idea, imparare a condividerla, non aver paura di esporsi. Sembra una banalità ma la cultura italiana è molto differente in questo ambito. È stato molto interessante. Mi ha insegnato un altro modo di vedere e lavorare.
Come ti sei trovato con i mentor di M Accelerator?
Mi sono trovato bene, soprattutto con Scott, il fiore all’occhiello di questo corso. Una persona preparatissima. Lavorare con lui è stata una bellissima esperienza.
Come ti sei trovato a LA?
Fosse stato per me non me ne sarei mai andato da LA. È una realtà completamente diversa. Ricordo gli incontri organizzati da Google, parli con professionisti con estrema facilità, in Italia è molto più difficile. In quei tre mesi sono stato benissimo.
Ti senti cambiato a livello personale?
Il fatto stesso di vivere in un altro paese e conoscere una nuova cultura non può non cambiarti. Non si cambia solo se ci si chiude.
L’esperienza più bella in quei tre mesi a LA?
Sicuramente il viaggio nel deserto. Per me è stato un momento magico. Anche il viaggio a San Francisco mi è piaciuto molto, una città completamente diversa da LA, forse più europea.
Conoscere persone di paesi e culture diverse è poi sempre un valore aggiunto.
Cosa consiglieresti ai futuri partecipanti?
Di vivere l’esperienza al 100%. Non capita tutti i giorni di potere seguire un corso a LA e imparare come si crea un business, un nuovo modo di lavorare. Sfruttate al massimo la possibilità che avete. Consiglio a tutti di partire!